Le mani: osserviamo le nostre mani. Compiono tanti gesti, svolgono un’immensa varietà di funzioni; con le stesse mani sappiamo agire delicatamente, ma anche con modalità forti, energiche.

L’utilizzo delle mani è umano: ancor più lo è l’utilizzo sensato delle mani. In ogni caso, ai movimenti delle mani corrispondono aspetti intellettivi, ma anche emotivi, morali e sociali.

Nel Piano di Studi della Scuola Steiner-Waldorf viene conferita pari importanza alle materie intellettuali e a quelle artistico-manuali; queste ultime rendono abili le mani, consentendo l’elaborazione di pensieri e idee abili, flessibili (il nostro intelletto non si sviluppa insistendo direttamente sull’istruzione intellettuale). In altro modo, si può affermare che pensando con le mani (veri e propri organi di apprendimento) si impara a pensare con l’intelletto.

Le mani, non a caso, sono situate nella parte mediana del corpo umano, tra testa e piedi, per congiungere “pensiero” e “volontà”; le attività manuali, infatti, preparano l’essere in divenire che è il bambino ad attivare la volontà nel pensiero. Imparando ad essere abili con attenzione, accuratezza, dedizione, si rafforza la volontà, e si “sveglia” l’intelletto attraverso la volontà e attraverso l’equilibrio delle attività manuali; è facilmente deducibile che non è solo questione di bilanciare il lavoro mentale della testa con quello delle mani e del cuore.

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Come le mani sono situate fra testa e piedi, così l’uomo è fra cielo e terra. Il pane è simbolo dell’incontro tra cielo, uomo e terra, sicché fare il pane è un’eletta attività manuale, che simboleggia l’incontro fra testa, mani e piedi.

Il pane (che etimologicamente significa nutrimento) è anche frutto e testimone, emblema, del ciclo delle stagioni, della circolarità tra vita e morte; già nel chicco, apparentemente secco eppure capace di germogliare, si incontrano morte e vita. A questo incontro possiamo avvicinare, perché similare, quello tra il dimenticare e il ricordare, il “far dormire” e il “recuperare” del ritmo umano dell’apprendere, rispettato dalla pedagogia steineriana e rispecchiato nei varii insegnamenti e nelle varie attività delle Scuole Steiner-Waldorf. Quindi fare il pane simboleggia la circolarità della natura e dell’essenza naturale dell’uomo.

 

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Perché fare il pane a scuola? Certamente alcuni insegnamenti diventano “viventi”: lettura e scrittura (facendo panini a forma di lettere, scrivendo e leggendo ricette), matematica (ad esempio, frazionando un pane), arte (facendo “sculture” di pane), scienze (la chimica e la biologia necessitano di esperienze!). Ma nella prospettiva di una “sana pedagogia come migliore medicina preventiva” (Steiner), far “fare il pane” è molto altro.

Se si considera il bambino come essere in divenire, se si considerano le fasi di sviluppo del bambino, le sue trasformazioni, si giunge facilmente a condividere il pensiero per cui fino a quando le esperienze sensorie basilari non si sono incontrate un bambino trova difficile avanzare a stadi successivi di sviluppo. Inoltre, se le capacità sensorie sono poveramente sviluppate, le naturali abilità dei bambini sono ostacolate… azione contraria al principio della pedagogia Steiner-Waldorf per il quale gli educatori-insegnanti devono “rimuovere gli ostacoli”!

Accompagnando il bambino a sviluppare armonicamente le attività delle mani, del sentimento e del pensiero, si consentirà che su questa armonia poggeranno le capacità future di volontà (fare ciò che ci si propone), di motivazione (impegnarsi in ciò che si fa), di fiducia (fare con il giusto atteggiamento).

Facendo il pane, attraverso l’attività della parte mediana del corpo, i bambini compiono un esercizio ritmico che si sostanzia di calore e respiro, e che di essi, al contempo, nutre gli stessi bambini.

Grazie all’esercizio di un processo fatto di sequenze i bambini che hanno difficoltà ad orientarsi nel tempo ricevono grandi benefici; con il ritmo del fare il pane diminuiscono le difficoltà dei bambini che scrivono senza pause, senza respiro; lavorando interiormente sulla forma, sul compenetrare i movimenti che danno forma al pane, per i bambini che hanno difficoltà di scrittura l’attività della panificazione è eminentemente ‘curativa’.