Epistemologia, fisica, chimica, genetica, biologia, neurobiologia, psicologia,  filosofia dello spirito, antropologia, antroposofia e medicina

Venerdì 6 giugno, ore 18:00
Orti Spallanzani, Reggio Emilia

Giancarlo Cimino, medico pediatra, traduttore dell’opera di Heusser, ci accompagnerà nella lettura di uno strumento prezioso per la comprensione e l’applicazione concreta della teoria della conoscenza proposta da Rudolf Steiner, sulla scorta di una tradizione che ha visto filosofi e scienziati abbracciare le medesime posizioni.

Può essere utile approcciare questi contenuti con un contributo di Giancarlo Roggero (1957-2023) che, nel suo Anima dell’uomo, Estrella de Oriente, vol.IV, pp.243-244, presenta il dipinto del Giorgione mettendolo in relazione con la svolta scientifica, avviata dalla Filosofia della libertà, per riportare la scienza odierna alla vita.

«Il famoso dipinto di Giorgione noto come I tre filosofi può illustrare il senso della svolta che ne consegue [dalla Filosofia della libertà] nel rapporto dell’uomo con la natura. I tre personaggi, nei quali a ragione alcuni hanno voluto scorgere i rappresentanti della filosofia antica, araba e rinascimentale, raffigurano ciascuno una forma diversa di conoscenza della natura.

Giorgione, I tre filosofi

Giorgione, I tre filosofi

Il primo, anziano, col capo coperto da un cappuccio e il corpo avvolto in un ampio mantello – immagini di un pensiero in sé raccolto e di una volontà correlata alle profondità della vita – è per interiore virtù dell’anima il custode della tradizione, quale continuità di un sapere antico circa i misteri del cosmo, espresso in simboli sul foglio tenuto aperto tra le pieghe del mantello.

Il secondo, di età media, privo ormai della facoltà di custodirle nell’anima, guarda tuttavia alle conoscenze tradizionali per trarne orientamento nell’acquisizione della propria scienza.

Il terzo, il più giovane, ne ha distolto del tutto lo sguardo, per volgerlo verso la natura da indagare con amore servendosi degli strumenti che tiene tra le mani.

I colori trifunzionali degli abiti ci portano, nell’ordine in cui sono disposti, un elemento decisivo per la comprensione dell’idea che informa l’intero quadro. Il mantello dell’anziano è giallo, quello del giovane è verde. Questi dunque è il portatore della vita che si schiude ai raggi del sole nascente mentre la luce antica si ritrae all’ombra di un grande albero. Là ove la natura morirebbe altrimenti sotto lo sguardo analizzante dell’uomo di scienze, rinasce invece in virtù di un amore che le restituisce, con la nuova luce che si accende nel pensiero, la vita di cui questo è ora permeato. Tale è lo spirito dell’opera filosofica steineriana: un ringiovanimento dell’intera esistenza a partire dal pensare, grazie alla presenza in esso della vita del Risorto».