ASPETTI ANTROPOLOGICI

La pedagogia Steiner- Waldorf parte dalla premessa che ogni essere umano è composto da corpo, anima e spirito – “cittadino” quindi di tre mondi diversi: con il corpo appartiene al mondo fisico percepibile attraverso i sensi; con l’anima, si costruisce un mondo interiore che si esprime sotto forma di pensiero, sentimento e volontà, e che gli permette di relazionarsi con il mondo esterno; attraverso lo spirito o l’Io, il mondo si rivela all’individuo nella sua natura reale e completa.

Il processo di individualizzazione e di sviluppo di ogni singolo essere umano è quello in cui l’Io cerca di formarsi un contenitore fisico in cui poter vivere e sperimentare il mondo, e tramite il quale potersi esprimere. Il corpo deve prima diventare una casa per l’anima e per lo spirito, con porte e finestre aperte sul mondo; poi dovrà diventare il mezzo attraverso il quale l’individuo si rapporta con il mondo stesso.

L’educazione ha dunque il compito di facilitare questo processo, nel quale la pedagogia Steiner-Waldorf riconosce tre fondamentali fasi di sviluppo o settenni: dalla nascita ai 7 anni (periodo pre scolastico); da 7 a 14 anni (ciclo prima-ottava classe); da 14 a 21 anni (principalmente periodo della scuola superiore).

Nel bambino piccolo del primo settennio, le tre facoltà del volere, del sentire e del pensare sono quasi indistinte e vissute nell’ambito corporeo. L’intelligenza del bambino nella prima infanzia non è orientata verso la comprensione intellettuale del mondo, ma si manifesta e agisce nelle forze della crescita, attive e organicamente presenti come non mai nel corso di tutta la vita. Queste forze, che fino a 6-7 anni servono per la crescita e la conformazione del corpo, sono le stesse forze che in seguito verranno impiegate per l’apprendimento, ovvero per le funzioni cognitive.

Quando il bambino, nel secondo settennio, entra nell’età scolare, egli si emancipa gradualmente dalla vita biologica per entrare in un rapporto con la realtà sempre più cosciente. Durante tutto il percorso scolastico, con passaggi rilevanti a 9 e 12 anni, l’essere umano osserva il mondo con gli “occhi dell’artista”, cioè come un unitario organismo vivente. Per questo nella pedagogia Steiner-Waldorf le varie discipline sono contessute d’arte, insita nel modo stesso di presentarle (e non tanto come semplice aggiunta di attività musicali, plastico pittoriche o recitative, che pure ci sono e sono importantissime).

Nel terzo settennio la comprensione, destata nel sentimento, per il mondo naturale ed il lavoro dell’uomo, ha bisogno di una visione chiara ed autonoma. Vengono proposte esperienze di interrogativi che sollevano nei ragazzi un energica attività di pensiero. In particolare attraverso la metodologia della pedagogia Steiner-Waldorf, le domande vengono affrontate, in tutti i campi – fisica, chimica, biologia, matematica, storia, letteratura…- in modo sperimentale. In questa ricerca si formano pensieri che conducono ad una reale comprensione e a un chiaro giudizio.

L’INSEGNAMENTO DELLE SCIENZE DALLA I ALLA VIII

CLASSE: uno sguardo d’insieme

Le discipline scientifiche come materie specifiche vengono introdotte solo dopo il nono anno, quando il bambino sviluppa un naturale interesse verso il mondo, in quanto egli inizia il lungo processo di individualizzazione. Prima, tutte le discipline scientifiche sono molto compenetrate è strettamente legate a quell’esperienza di totalità che il bambino vive.

Si inizia con la Zoologia, che viene trattata in quarta classe partendo dall’Antropologia. Vengono messe a fuoco le qualità uniche dell’essere umano, quali la posizione eretta e la conseguente libertà delle mani. Si mette in evidenza il fatto che, mentre ogni specie animale possiede caratteristiche specifiche che si sono sviluppate discapito di altre, l’essere umano è meno specializzato e deve sopperire alle proprie carenze con la tecnica. Così ciascun animale è un pretesto per evidenziare alcune strutture e qualità che ha particolarmente sviluppato, portandole fino alla perfezione.

In quinta classe è il momento per lo studio della Botanica, delle piante e dei loro processi di crescita e di metamorfosi. Ogni pianta viene osservata nel contesto in cui cresce, così che risultino evidenti i suoi legami con il terreno e il clima. Attraverso l’osservazione, è fondamentale che i bambini apprezzino la varietà delle specie vegetali che ricopre la terra, ne notino i gesti particolari e diversi da specie a specie, le relazioni tra radici, foglie, fiori e frutti. Vengono presentate alcune piante tipo, secondo un criterio che le avvicina alla crescita dell’essere umano (funghi, licheni, alghe, equiseti, felci, gimnosperme, angiosperme, ecc.). Vengono trattati l’osservazione della germinazione e della crescita di semi, gli aspetti di radici, fusto, foglie, fiori, frutto evidenziati attraverso le loro polarità nelle diverse piante. Anche attività pratiche di coltivazione o cura di una pianta rappresentare un mezzo efficace per avvicinare in modo attivo l’interiorità dell’allievo al mondo vegetale.

Uno studio più analitico, che arriva fino alla fotosintesi clorofilliana, verrà condotto più avanti in settima classe.

A partire dalla sesta classe i ragazzi visti da un punto di vista fisiologico vivono sempre più nell’abito del sistema osseo. Nella considerazione della Geologia e Mineralogia, portiamo loro incontro proprio il regno in cui sono finalmente entrati. Nel presentare tale materia è importante partire dal generale per arrivare al particolare: dalla geografia si passa alla forma delle montagne, alle rocce, ai minerali. Per ampliare la coscienza e la conoscenza dell’ambito spaziale è importante che i ragazzi si colleghino anche al cielo, mediante lo studio dell’Astronomia. L’esperienza vissuta durante l’osservazione del cielo stellato agisce anche sulla vita di sentimento dei ragazzi, perché desta in loro il senso della maestosità e della grandezza dell’universo che li circonda e li collega quello che poeticamente si può chiamare l’infinito.

Nelle ultime classi del ciclo si ritorna a studiare l’uomo, adesso sotto l’aspetto delle condizioni igieniche e dell’alimentazione, con la Fisiologia. Viene proposta un’immagine dell’organismo umano unitaria, portando ad avere una chiara conoscenza della differenziazione degli organi, delle loro funzioni e dell’armonica interazione dei vari sistemi.

Lo studio della Fisica si introduce a partire dalla sesta classe. Anche in questo campo, si parte dall’elemento pratico-sperimentale, per poi procedere attraverso l’elemento artistico ed arrivare infine a quello intellettuale-astratto. Si parte dall’osservazione dei grandi fenomeni cosmici di acustica, ottica, magnetismo, calore propria della sesta classe, per arrivare alle concrete applicazioni tecniche che hanno rivoluzionato la vita umana negli ultimi due secoli, proprie invece dell’ottava classe. La settima classe fa risuonare un punto importante di passaggio, ponendo l’attenzione sugli aspetti della meccanica di tutti fenomeni presi in esame, da quelli di acustica fino a quelli di meccanica vera e propria, tema che compare per la prima volta proprio in settima classe, corrispondente allo sviluppo del sistema osseo muscolare che ragazzi sperimentano in questo periodo.

La Chimica viene introdotta in settima classe come chimica inorganica: mediante essa gli allevi hanno l’opportunità di conoscere il mondo delle sostanze e ne scoprono le caratteristiche. La chimica inorganica offre interessanti possibilità di esperimenti: si parte dal fuoco e dai processi di combustione e si prosegue con il ciclo del calcare fino ad arrivare agli acidi, agli alcali e ai metalli. La chimica in ottava classe affronta i processi organici. L’essere umano nel quale questi hanno luogo è il punto di partenza e il centro di interesse di queste lezioni. Capire i processi della vita organica, la creazione e la metamorfosi delle sostanze, richiede una capacità di pensiero attiva e immaginifica.

L’INSEGNAMENTO DELLA FISICA NELLA SCUOLA STEINER- WALDORF: PROPOSITI E FINALITÀ

Come ogni altra disciplina insegnata nella scuola Steiner-Waldorf, lo studio della Fisica è un mezzo per arrivare a un particolare scopo: quello di nutrire gli studenti dell’anima e nello spirito, e di aiutarli a diventare cittadini del mondo – persone che hanno acquisito una certa misura di auto conoscenza, che capiscono e apprezzano gli altri, che hanno sviluppato un senso di responsabilità nei confronti della Terra e di tutto ciò che su di essa vive.

Sviluppo della vita di sentimento attraverso lo studio della Fisica

Per raggiungere queste finalità occorre coltivare negli alunni il senso di meraviglia, stimolare la loro curiosità, approfondire loro interessi, ed aiutarli ad applicare la loro conoscenza e la loro comprensione in modo responsabile e significativo.

Come in qualsiasi disciplina, occorre fare appello ai sentimenti degli studenti poiché attraverso il cuore, l’intero essere umano è coinvolto: ogni forma di comprensione inizia con la meraviglia. I più piccoli così come i più imponenti fenomeni possono evocare meraviglia se presentati e accolti nel modo giusto. Le lezioni di Fisica devono stimolare curiosità, confrontando gli studenti con misteri che non sempre sono facilmente svelati. Le scienze naturali studiate negli anni precedenti erano più direttamente comprensibili. Gli alunni hanno studiato cose che erano tangibili e concrete: potevano osservare animali, trovare piante o tenere minerali nelle loro mani. In Fisica tuttavia gli studenti imparano a conoscere forze che possono essere sperimentate solo attraverso le loro manifestazioni.

Dal sentimento di curiosità nasce e cresce l’interesse e il desiderio di studiare ulteriormente. Ma mano che gli studenti approfondiscono lo studio della Fisica, sviluppano concetti-chiave per la comprensione del mondo naturale, del mondo della tecnologia, e della natura dell’essere umano.

Sempre di più siamo circondati dagli strumenti e dai prodotti della tecnologia moderna, tuttavia la maggior parte di noi non conosce i principi che governano molte macchine e processi tecnologici. Già nel 1924, Rudolf Steiner aveva messo in guardia rispetto agli effetti di vivere in un mondo che non si comprende pienamente. Studiando la Fisica, gli alunni vengono aiutati a sviluppare comprensione, apprezzamento e accettazione per il mondo che gli essere umani hanno creato. Imparano a sentirsi a casa in quel mondo e ad approcciarlo con fiducia.

Sviluppo della vita di pensiero attraverso lo studio della fisica

Come in tutte le materie, ci si rivolge anche alla facoltà pensante degli alunni. Le ultime tre classi del secondo settennio sono un momento di grande cambiamento nel modo di pensare degli alunni. Nelle prime tre classi, gli alunni pensano principalmente attraverso immagini. Ma mano che i bambini attraversano le classi quarta e quinta, queste immagini vengono portate in una nuova relazione rispetto alla realtà, e l’immaginazione si trasforma in un pensiero basato sull’osservazione e l’esperienza. Quando entrano in sesta classe, gli alunni incominciano ad essere capaci di sviluppare altre capacità di pensiero: il pensiero causale, concettuale, analitico e deduttivo. Lo studio della Fisica si rivolge e sviluppa queste nuove competenze.

I fenomeni della Fisica possono solo essere compresi in termini causali poiché non si possono vedere le forze all’opera. Nell’insegnamento della Fisica, le esperienze devono essere elevate al livello concettuale, poiché senza concetti la Fisica rimane un potpourri di esperienze, interessanti e anche memorabili, ma non necessariamente significative. Da ogni fenomeno un gruppo di fenomeni presentati, l’insegnante conduce gli studenti a riconoscere un concetto. Questo concetto deve diventare il seme di concetti più vasti e più ampi, e in definitiva di una più profonda comprensione del mondo.

La concettualizzazione può avvenire solo se gli studenti sono chiamati ad analizzare e dedurre dalle loro stesse esperienze, e sviluppare le loro facoltà di giudizio. Gli studenti delle classi medie possono diventare sufficientemente obiettivi per svolgere questo compito. Il pensiero oggettivo si sviluppa lentamente, e solo dopo l’età di 12 anni gli studenti iniziano a staccarsi sufficientemente della loro esperienza per riflettere su di essa, per usare i loro sensi in modo più cosciente e per analizzare le loro percezioni. Formare dei concetti può diventare un semplice esercizio intellettuale se non conduce ad una più profonda comprensione della natura e ad un apprezzamento più pieno della tecnologia. Attraverso ogni fase dello studio della Fisica, gli studenti fanno collegamenti tra gli argomenti presentati in classe e il resto della vita. La scienza non vive in laboratorio ma nel mondo. Grazie allo studio della Fisica, gli studenti dovrebbero sentirsi più a loro agio, capaci, fiduciosi, meglio attrezzati per incontrare le sfide del mondo e risolvere problemi in modo creativo ed efficiente.

Sviluppare la vita di volontà attraverso lo studio della Fisica

Lo studio della fisica può sviluppare e coinvolgere la vita di sentimento degli studenti, ed utilizzare e sviluppare le nuove potenzialità del pensiero del giovane adolescente. Esso promuove anche un sano sviluppo della volontà. Il metodo stesso apprendimento e nella fisica sviluppa la volontà degli studenti. Osservando le dimostrazioni ordinate e metodiche svolte dell’insegnante, gli studenti vengono aiutati a formare pensieri ordinati e chiari rispetto al fenomeno preso in esame. Quando la dimostrazione viene ripercorsa oralmente il giorno successivo, gli studenti richiamano alla mente ciò che è accaduto: devono rendere conto dei materiali e dei procedimenti, e devono formulare il concetto. Attraverso questo lavoro quotidiano la memoria degli studenti viene rinforzata. Quando gli studenti si impegnano in investigazioni o attività nello studio della fisica, la volontà è ulteriormente sviluppata. Il lavoro dello scienziato è logico e ordinato. Anche se molte grandi scoperte sono accadute per caso, normalmente l’indagine scientifica richiede che lo scienziato segua procedure specifiche e renda conto precisamente del proprio operato. Mentre gli studenti imparano a pianificare le loro attività, formulare le loro idee ed usare l’attrezzatura di laboratorio, viene rinforzata la loro capacità di lavorare con uno scopo.

Una lezione nella scuola Steier-Waldorf non è completa a meno che non ci sia tempo per gli studenti di svolgere il loro proprio lavoro accademico, artistico e pratico. Questo è particolarmente vero nelle lezioni di Fisica, poiché la maggior parte del lavoro scritto viene redatto dagli studenti stessi. L’insegnante può aiutare gli studenti a formulare con chiarezza un concetto, ma quel concetto viene individualizzato e riempito di maggiore significato quando gli studenti scrivono delle loro esperienze e idee con le loro proprie parole.

FARE, SENTIRE, PENSARE: la tripartizione dell’apprendimento nel l’insegnamento ad epoche

Molto prima che si fosse introdotta l’idea di un insegnamento a progetto, Rudolf Steiner aveva proposto l’idea dell’insegnamento a epoche, vale a dire che le prime due ore della giornata sono dedicate per tre o quattro settimane alla stessa materia di insegnamento. Il tempo relativamente lungo dedicato ad una materia dà agli alunni e all’insegnante la possibilità di penetrarla più a fondo, illuminandola da più lati.

Un vantaggio significativo di questa forma di insegnamento è la prosecuzione del lavoro avviato insieme, subito al mattino successivo, e questo per un certo lasso di tempo. È noto il fatto che al mattino successivo ciò che si è imparato è più presente che nel giorno precedente in cui si è introdotta la materia. Studi neurologici hanno mostrato che questa “digestione” di quanto si è appreso, cioè la comprensione e l’applicazione, avviene durante la notte che segue l’approccio desto, nella memoria dichiarativa e procedurale. Quanto è stato appreso viene poi rielaborato nel cosiddetto quadernone che, da una certa età in avanti, c’è per ogni epoca. Vi si copiano o vi si scrivono testi, arricchiti da disegni e illustrazioni fatti dagli alunni stessi, con i contenuti principali dell’insegnamento.

Anche nell’insegnamento della Fisica, viene applicato l’insegnamento ad epoche. Le lezioni vengono strutturate su un ritmo di due giorni che coinvolge l’intero essere umano, nel fare, nel sentire e nel pensare: esso consiste in un esperimento o una dimostrazione (svolta dall’insegnante o dagli alunni stessi) ed una ricapitolazione il primo giorno, ed una riflessione il giorno seguente, in apertura di giornata. Questo permette agli alunni di tirare conclusioni, formare un giudizio ed arrivare ai concetti in maniera vivente.

Fase 1: l’esperimento: fare qualcosa personalmente, intraprendere, partecipare, fare esperienza

Quando viene svolto l’esperimento, gli alunni tirano una serie di conclusioni dalle loro osservazioni ed impressioni. L’esperimento agisce potentemente, influenzando l’intero essere dell’alunno e richiedendo all’Io di portare a coscienza le percezioni. L’esperimento non si limita a trasmettere mere informazioni bensì di fare parlare l’oscura realtà del mondo. In ogni caso il ragazzo deve in un primo tempo fissare dentro di sé le proprie percezioni e trasformarle in rappresentazioni senza tuttavia afferrarle ancora in modo specialistico. Per questo, guardando all’attività interiore dei ragazzi, si potrebbe definire questa prima fase come quella della volontà.

Fase 2: ricordare tutti insieme

Immediatamente dopo l’esperimento, l’insegnante caratterizza l’esperienza rispondendo anche a qualche domanda, tuttavia senza dare spiegazioni. Questa ricapitolazione permette agli studenti di sperimentare nuovamente nella loro immaginazione gli eventi che hanno osservato. L’esperienza che aveva afferrato l’intero corpo adesso viene sollevata nel sistema ritmico e incomincia a coinvolgere l’interiorità del ragazzo. La ricapitolazione serve come fondamento per il processo della formazione del giudizio ed aiuterà di alunni ad arrivare a concetti viventi durante il sonno. Dopo la ricapitolazione non si fa ulteriore lavoro lo stesso giorno con quegli stessi fenomeni per il resto della lezione, gli studenti lavoreranno con il materiale presentato il giorno precedente.

Durante il sonno le impressioni dell’esperimento e le immagini che gli alunni hanno formato durante la ricapitolazione vengono sollevati ad un livello più alto, rielaborati e “digeriti”. Quando gli studenti si risvegliano, le stesse immagini di impressioni sono ancora presenti, ma trasformate poiché adesso vivono come immagini di memoria e come germi di concetti viventi.

Fase 3: discutere il fatto, riflettere

Quando gli studenti ritorna scuola, la prima parte della lezione comprende una retrospettiva e discussione del lavoro del giorno precedente. Ora i ragazzi riassumono le loro osservazioni e articolano i loro giudizi. Nuovi giudizi possono sorgere negli studenti ascoltando le esperienze degli altri o sentendo parlare di aspetti dell’esperimento che non avevano colto o ricordato. Mentre affilano i loro giudizi ed arrivano a una più profonda comprensione di ciò che hanno osservato, il concetto comincia ad emergere. Una volta che il concetto è stato formulato, magari in modo diverso da diversi alunni, e poi riassunto dall’insegnante, gli studenti potranno svilupparlo ulteriormente con nuove nuove dimostrazioni ed esperimenti.

Ora gli alunni hanno la possibilità di esprimere il concetto nel loro lavoro scritto ed artistico, redigendo il quadernone dell’epoca e corredando la parte scritta con accurati e chiari disegni degli esperimenti svolti. Incominceranno così a riconoscere le manifestazioni del concetto e le sue applicazioni nella loro vita quotidiana.

Le tre fasi di una lezione corrispondono ai tre processi del pensiero e si rivolgono all’essere umano tripartito. Durante l’esperimento, gli studenti traggono conclusioni a proposito dei fenomeni. Il processo di trarre conclusioni afferra l’intero essere umano, richiamando fortemente l’Io degli alunni e rafforzando la volontà. La ricapitolazione direttamente dopo l’esperimento coltiva la formazione del giudizio ed aiuta gli studenti a portare il contenuto dell’esperimento nel sonno. La ricapitolazione eleva l’esperienza dell’esperimento al sistema ritmico e coinvolge l’anima, nutrendo I sentimenti del ragazzo. La retrospettiva del giorno successivo aiuta gli studenti ad arrivare al concetto. Richiamando le forze di memoria, la retrospettiva del giorno seguente sviluppa il pensare degli alunni.