Intervista di Davide Zanichelli a Thomas Homberger, maestro di maestri Steiner-Waldorf.
Quali sono i caratteri distintivi della pedagogia Waldorf?
Negli ultimi tempi ho lavorato molto su questa domanda: “Qual è l’essenziale di questa pedagogia?”. L’essenziale è che segue con grandissima attenzione lo sviluppo del bambino e cerca di non far nulla che possa recare danno a questo sviluppo.
Vi racconto un esempio che rappresenta bene questa idea. Una ragazza di prima classe manifestava una grave dislessia e discalculia. Dopo alcuni anni di scuola un medico che si occupava di giovani con questi problemi si accorse che questa bambina aveva fatto una strada eccezionale. Era meravigliato del fatto che mantenesse una coscienza di sé molto positiva, a differenza di altri ragazzi affetti dalle medesime patologie, nei quali però la coscienza di sé è solitamente ferita e mortificata. Che cosa differiva nel loro percorso educativo? La ragazza seguiva la scuola steineriana.
Ecco dunque l’essenziale: sviluppare facoltà secondo lo sviluppo animico. Nonostante problemi di ortografia e di matematica lei tuttavia era entusiasta del lavoro di classe. Questa è la cosa fondamentale: rimanere entusiasti del lavoro anche se ci sono ostacoli. Ora la ragazza è in decima classe e ha sciolto il nodo durante la nona, in un modo che io non ho mai visto prima e fa lavori meravigliosi, anche in matematica; in francese è una dei migliori. Una cosa che non si poteva immaginare fino a tre anni fa.
Perché? Perché ha sviluppato forze che sono legate allo sviluppo animico e con queste forze ha potuto superare questi ostacoli. Questo è un caso eccezionale, ma capita con tutti se noi seguiamo lo sviluppo dei bambini e non abbiamo un’idea preconcetta di cosa devono sapere e conoscere. Sappiamo che devono sviluppare autostima. Non un’autostima orgogliosa, ma un’autostima che sa una cosa precisa: io ho un compito nel mondo.
I bambini non ne hanno una consapevolezza diretta come io lo sto dicendo ora, da adulto, ma sentono che è così.
Quali sono i pericoli a cui oggi i bambini sono maggiormente esposti e quali risposte trovano nella pedagogia Waldorf?
Il pericolo più grande del mondo moderno è quello di perdersi nel consumo, nel divertimento, in tutte queste cose che sono fatte per non lasciar arrivare l’essere umano a una sana coscienza di sé.
La pedagogia Waldorf consente a ogni bambino di vivere a suo modo le possibilità che sono dentro di lui. Vivere le possibilità, anche possibilità che forse non sono intellettuali, come nel caso della ragazza con dislessia e discalculia. Il senso sociale che la ragazza aveva era enorme. In prima classe portava sempre due merende perché c’era un ragazzo che veniva senza; d’inverno portava anche una maglia per lui. Questo senso sociale è una cosa importantissima. Per questa ragione quando ho cercato di dar consigli alla scuola di Reggio ho sostenuto l’importanza sociale della pluriclasse. Una classe troppo piccola non è un organismo sociale. L’educazione sociale nel nostro tempo è fondamentale.
Altro pericolo: perdere le forze di salute. Nel nostro tempo esistono minacce diverse: ambientali, sociali, il nervosismo, la vita frenetica… Nella pedagogia Waldorf possiamo coltivare forze di salute attraverso una struttura ritmica della giornata scolastica. L’insegnamento ad epoche è una fonte di salute. Potersi legare veramente con una materia per quattro settimane consecutive è una chiave verso le forze di salute. Se i genitori sono in grado di strutturare la loro vita familiare in un modo ritmico aiutano le forze di salute. Quando una persona ha potuto trascorrere una gioventù così ben strutturata il risultato è visibile nelle biografie dei vecchi scolari che a 40 anni hanno forze particolari (nonostante si possano come tutti ammalare…). Hanno forze perché le forze non sono state distrutte nell’infanzia.
L’orario frammentato nella scuola (sia svizzera che italiana) è un attacco verso la salute. Le forze di concentrazione sono quelle che vengono meno oggi. L’insegnamento ritmico, come ad esempio avviene anche per le lingue straniere, aiutano a portare questi bambini nervosi del nostro tempo verso una più sana concentrazione.
Uno dei problemi più grandi per i genitori è quello di riuscire a conciliare i ritmi del lavoro con i ritmi dei bambini. Molto spesso si arriva a casa tardi la sera, quando i bambini vanno a letto. Ci si alza presto la mattina, colazione veloce, poi ognuno per la sua strada. Qualche consiglio per gestire questa condizione?
Questo è un problema sociale del nostro tempo. Nelle scuole Waldorf in Svizzera abbiamo sviluppato strutture per i genitori che devono lavorare, luoghi dove i bambini possono passare tempo libero nel doposcuola, usando sempre il segreto del ritmo. Questo è quanto la scuola può fare per i genitori.
La soluzione inizia dalla coscienza dell’importanza del problema.
Il contadino aveva una vita ritmata in modo naturale. Noi non dobbiamo renderla ritmica in modo artificiale, ma in un modo artistico. Dobbiamo sforzarci di capire quali sono i momenti nella nostra giornata che si offrono ad una strutturazione ritmica. L’ideale è il momento che precede l’addormentarsi. Con mio figlio, anche a 14-15 anni, avevo stabilito un momento serale in cui leggevamo insieme romanzi come ad esempio David Copperfield, anche se naturalmente lui sapeva leggere da solo.
Altra cosa: fare colazione insieme. So che l’Italia non è il paese della colazione. Qui c’è l’espresso veloce… È invece importante entrare nella giornata con una nutrizione sana per i bambini. In Svizzera, certe volte, iniziamo la giornata a scuola con la prima colazione, perché a casa non c’è tempo.
Parliamo di adolescenza. Nella scuola di Reggio ci fermiamo alla classe VIII. Può dare qualche consiglio per dare continuità all’esperienza Waldorf?
La materia che è più ritmica di per sé è l’euritmia. Chiaramente questa materia quando ci avviciniamo alla pubertà fa di solito fatica ad essere efficace. Questo perché la pubertà è una fase di sviluppo durante la quale tutto ciò che era una ritmicità naturale fino a quel momento, viene messo sotto un’osservazione critica e in tanti casi anche utilitaristica. “Perché alzarsi la domenica? Che vantaggio ne ho?” “Perché dovrei fare colazione con voi genitori? Pensate di essere così interessanti?” I genitori non dovrebbero prendere queste “eruzioni” in modo personale. È normale che sia così a quell’età. La scuola potrebbe organizzare un gruppo di teatro per ex-scolari. Cercare di gestire questo progetto con una persona entusiasta, in grado di coordinare il gruppo. L’obiettivo è quello di dare continuità all’impulso artistico che hanno ricevuto durante gli otto anni precedenti.
Il passaggio alla scuola statale è sempre una doccia fredda. Se non fosse così significa che abbiamo sbagliato qualcosa prima, che non abbiamo fornito abbastanza calore. Questi gruppi di teatro o comunque di attività artistica potrebbero continuare a portare calore anche dopo. Anche se l’esperienza Waldorf si interrompe in VIII classe, più i ragazzi sono riusciti a sviluppare le loro forze animico-spirituali più saranno capaci di affrontare prove in ambienti meno calorosi e non subiranno danni.
Come reagisce l’Italia a questa offerta pedagogica rispetto ad altri paesi?
L’interesse in Italia è cresciuto enormemente, anche a causa dello stato piuttosto triste della scuola statale. Per questo motivo i genitori si mettono alla ricerca di alternative. L’intellettualismo unilaterale della scuola statale è accertato. L’intellettualismo prende la gioia di essere bambini. Alcuni si ribellano e vengono nelle nostre scuole.
L’interesse per la formazione dei docenti è molto più forte qui che in Svizzera. Probabilmente perché la formazione degli insegnanti italiani è prevalentemente intellettualistica. In Germania c’è molto aiuto statale, in Svizzera come in Italia, invece no.