Alle origini nel suo disegno ineffabile, Dio ha scelto la retta e la curva per inscrivere nel mondo la divinità del Creatore …
è così che Colui che è Solo Saggezza ha concepito il mondo delle forme nel quale tutto l’essere è contenuto nel contrasto delle linee rette e le
linee curve.

J. Keplero, “Harmonice Mundi”, 1619

Dal movimento alla geometria

Il disegno di forme: che cosa è questa strana materia che fa parte del programma della scuola Steineriana? A che cosa serve? Perché se ne fa così tanto?

In effetti, tutte queste domande, che penso ogni genitore della nostra scuola (e forse anche qualche alunno) si sia posto sono del tutto legittime e cercarvi una risposta permette di penetrare alcuni degli aspetti fondanti della pedagogia Waldorf. Uno dei principi basilari della nostra pedagogia è di consentire al bambino di sperimentare prima quello che imparerà in modo sistematico e padroneggerà più avanti. Prima di utilizzare il colore come una proprietà degli oggetti e prima di conoscere le leggi del colore in fisica, il bambino è guidato attraverso l’esperienza dei vari colori, del loro carattere individuale e delle loro relazioni. Allo stesso modo, deve sperimentare il “gesto” delle linee rette e curve attraverso il movimento nello spazio ed il disegno a mano libera prima di utilizzare quelle linee per scrivere lettere e numeri, e molto prima di relazionarle tra loro con leggi geometriche.

Ci sono vari aspetti del disegno di forme, che influenzano il bambino in maniere differenti. Alcune sono ovvie e portano i loro frutti relativamente presto, altre avranno più tempo per svilupparsi. Uno degli aspetti pratici è che i bambini impareranno a controllare la loro mano durante la scrittura. Esercitare belle rette, belle curve, begli angoli li porterà a sviluppare un sentimento per la forma, che a sua volta condurrà ad una bella scrittura, e questo in modo molto più efficace che l’esercitazione di calligrafia.

Imparando ad essere coscienti della pagina nel suo insieme i bambini svilupperanno un senso per lo spazio.

La linea articola lo spazio

Disegnando la linea si evidenziano le qualità per il senso del movimento, mentre la sua posizione nello spazio si collega al senso dell’equilibrio.

Il disegno di forme sviluppa l’intelletto attraverso un fare attivo, una geometria attiva che coinvolge tutto l’essere del bambino: viene richiesto di percorrere le forme nello spazio, di tracciarle con grandi movimenti nell’aria e alla lavagna, di tracciarle sul foglio con un dito ed infine di riprodurle sulla carta.

Facendo ciò il bambino esercita una serie di funzioni, sia legate ai singoli organi di senso che di coordinamento dei vari organi di senso. Oggi sappiamo dalla psicologia dello sviluppo che la formazione delle capacità di movimento è di fondamentale importanza per le facoltà dell’anima che si dispiegano più tardi. Il disegno di sequenze, cioè di forme che gradualmente mutano in altre, svilupperà nel bambino piccolo flessibilità di pensiero e la comprensione che il mondo intorno a lui (ed egli stesso) cambia costantemente.

Questi pensieri che non vengono mai discussi ma solo portati come immagini e disegnati come gesti aiuteranno più avanti a capire il principio della metamorfosi e dello sviluppo. Il percorso del disegno di forme nella scuola Waldorf accompagna lo sviluppo interiore del bambino, parallelamente a ciò che viene svolto nelle altre materie e nel tempo stesso ne sono un valido sostegno.

La retta e la curva sono, in quanto gesti archetipici, talmente basilari che R. Steiner voleva venissero portate al bambino fino dal primo giorno di scuola. Disegnando la retta verticale il bambino potrà riconoscere un’immagine della propria verticalità che disegna con il corpo nello spazio grazie ad una serie di facoltà di equilibrio e di movimento acquisite nei primi anni di vita.

Sperimentare la verticale è nel contempo un’esperienza dell’Io che esprime le qualità animiche del pensiero.
La curva è collegata al mondo che lo circonda: guardandosi intorno il bambino scivola sulle cose descrivendo un arco.

In questo gesto i bambini possono sentire le forze della Volontà iniziando a percepire le qualità opposte delle forme nelle quali si specchia la polarità dell’anima umana.

Si può dire quindi che la geometria, intesa come disciplina che studia le forme nello spazio ed i loro rapporti, inizia già da quel momento però si tratta di una “attività geometrizzante” e non della ricerca di rapporti concettuali tra forme, come verrà sviluppata più tardi attraverso lo studio di teoremi.

In prima classe si esercitano ogni tipo di linee: retta, curva, circolare, a spirale, ad angolazione acuta ed ottusa, con punti doppi e di flesso, sempre facendo un grande lavoro preparatorio: camminando, tracciando in aria sempre in un unico flusso in modo che i bambini sentano che la forma nasce dal movimento, da quel movimento che ha preceduto il disegno stesso.

Anche le forme costituite da linee aritmicamente ripetute presentano molti aspetti: il disegno attento delle linee, seguendo tutto il movimento ma fermandosi al momento giusto, lo spazio regolare tra linee, la loro mutevole lunghezza, la percezione dello spazio pagina, ecc.

Così a poco a poco il bambino acquisisce un “alfabeto delle forme” costituito da singoli elementi caratteristici.

In seconda classe si continua a costruire su questo fondamento, curando sempre gli esercizi preparatori. Steiner cita ripetutamente in diverse conferenze, l’importanza degli esercizi di simmetria.

Questi esercizi possono essere visti come uno sviluppo degli esercizi con la retta verticale: se in prima il bambino si poneva in modo oggettivo di fronte alla propria esperienza dell’equilibrio, ora nell’esercizio di simmetria, partendo dalla sua esperienza dell’equilibrio, deve elaborare singolarmente il rapporto con la destra e con la sinistra. È un’esperienza diversa per il bambino disegnare una forma, anche rispecchiata, già completa. Adesso, in questi esercizi, deve completare metà della forma con il proprio sentimento e la propria immaginazione. Questo implica una tensione cosciente ed una attivazione e delicata interazione dei suoi sensi se vuole ottenere non solo la stessa forma ma anche la stessa pienezza del lato dato. Più avanti si introducono anche “doppie simmetrie” nelle quali la linea attraversa l’asse.

Steiner suggerisce in una conferenza che si dovrebbero portare i bambini a visualizzare qualcosa che si specchia sulla superficie dell’acqua. Questo è un principio interamente nuovo: della simmetria destra-sinistra, l’asse è organizzato nella stessa verticalità dell’uomo eretto. Si può percepire la propria simmetria del proprio corpo. È molto diverso visualizzare un’immagine con un asse di simmetria orizzontale.

Facendo comprendere al bambino che le figure non sono complete, e stimolando in lui il desiderio di come completarle, si risveglia anche una spinta interiore a completare ciò che è incompleto, e a farlo nel modo assolutamente corretto: così questi esercizi di simmetria svolgono la loro azione fin sullo sviluppo morale del bambino. Questi esercizi per portare un equilibrio possono essere visti in relazione con altri contenuti della seconda classe. Per esempio, nei racconti di favole e leggende l’uomo viene posto tra l’animale ed il santo. Questi estremi invitano a trovare un equilibrio.

In terza classe, intorno al nono anno di età avviene nel bambino un profondo cambiamento: egli non si identifica più con ciò che lo circonda ma incomincia a guardare il mondo in modo più oggettivo. Per questo egli deve costruire un nuovo rapporto tra vita interiore e vita esteriore.

Attraverso le storie dell’Antico Testamento si affronta questa fase di sviluppo. L’immagine della cacciata dal Paradiso descrive il senso di perdita che il bambino vive e sperimenta in questo periodo ma non esprime mai direttamente.

Ora c’è una differenza fra ciò che egli sente in sé e ciò che fa: deve portare in un nuovo equilibrio la vita dell’anima e la vita esterna.

Il disegno di forme può affrontare il problema del rapporto dentro-fuori. Si eseguono esercizi che mettono l’enfasi sulla relazione dei movimenti che irradiano dal centro e quelli che invece si avvicinano al centro dalla periferia. Il bambino dovrà trovare il modo, per esempio, di realizzare una figura interna che corrisponda a quella esterna. Si inizieranno anche ad esercitare l’intera gamma di simmetrie centrali con tre, quattro, cinque, ecc. assi di simmetria.

Nelle forme ripetute aritmicamente si praticano grandi varietà di angoli e intersezioni e si possono combinare due o più movimenti semplici che abbiano lo stesso ritmo. Questo tipo di disegno “dinamico” è di grande supporto al passaggio al corsivo.

In quarta classe i bambini incontrano la mitologia nordica, le cui immagini corrispondono esattamente al loro stato interiore. Intellettualmente sono assai più svegli e sperimentano che la vita è anche lotta: questo lottare e confrontarsi con l’altro risveglia la coscienza. Il pensiero si intesse con altri pensieri; incontrando gli argomenti altri si può riformulare il proprio pensiero.

Succede proprio questo quando si eseguono i disegni intrecciati o le tessiture celtiche: chiunque provi a realizzarli si rende conto quanta attività di pensiero e  di testa. Disegnando sul piano il bambino deve rappresentarsi ciò che sta sopra e ciò che sta sotto e sviluppa così la sua volontà nella vita di rappresentazione. Come già nelle classi precedenti il maestro dovrebbe incoraggiare i bambini ad inventare e disegnare forme proprie.
In quinta classe il disegno di forme conduce alla geometria. Mentre nelle classi più basse, i vari angoli, rette e curve venivano solo fatti, gradualmente si è introdotta l’osservazione ed il riflettere coscientemente su ciò che si è osservato. Il disegno di forme si presenta come disegno geometrico  a mano libera e come comparazione fra le forme.

Analogamente a quanto accade in zoologia e botanica, dove si dà un ordine alla molteplicità delle forme naturali, in geometria attraverso l’osservazione comparata si può creare un primo ordine fra le forme geometriche più semplici: il cerchio e la retta in rapporto ad esso (secante, tangente, raggio), le analogie e differenze fra le diverse forme di quadrilateri e di triangoli.

Questo processo di “osservazione e pensiero” prepara il terreno per altre materie che verranno introdotte dalla sesta classe ed è l’atteggiamento alla base di ogni pensiero scientifico.

A partire dalla sesta classe inizia la vera e propria “geometria dimostrativa” come risposta al nuovo bisogno del ragazzo di comprensione causale dei fenomeni. Questo avviene attraverso la nascente facoltà di afferrare la realtà ed i nessi fra le cose con capacità di giudizio proprie. Al tempo stesso però, la geometria consente ad ognuno di sperimentare come un vero giudizio non sia semplicemente l’espressione della propria opinione, ma conduca alla conoscenza di leggi universali.

Quando un ragazzo scopre autonomamente una verità, sia pure conosciuta da millenni, pone le basi di una fiducia nelle proprie capacità di conoscenza che saranno valide per tutta la vita.

Bibliografia

Margareth Frolich, A practical guide to form drawing in Waldorf Schools.
Ernst Schuberth, L’insegnamento della geometria nelle scuole Waldorf.
Rudolf Kutzli, Il creativo disegno di forme.
Rudolf Steiner, Vita spirituale del presente ed educazione, O.O. 307.
Rudolf Steiner, L’educazione come arte dal complesso dell’entità umana, O.O. 311.