Ogni anno, con il periodo di preparazione al Natale, chiamato Avvento, festeggiamo tutti insieme questo inizio percorrendo la Spirale d’Avvento.
Con rami d’abete si dispone sul pavimento un percorso a forma di spirale e nel suo punto centrale viene acceso un cero.
I bambini vengono accompagnati camminando nella stanza illuminata soltanto dal cero e si siedono intorno alla spirale. Ogni bambino, accompagnato dal genitore, prima di iniziare il suo percorso riceve una mela con sopra una piccola candela. Inizia poi a camminare verso il centro della spirale dove accenderà la sua candela al cero più grande. La mela con la luce accesa viene poi posata sulla spirale e quando tutti i bambini hanno acceso e lasciato la loro luce, la spirale sarà completamente illuminata.
Mentre nel cerchio troviamo principalmente l’immagine di un interno e di un esterno, nella spirale risalta la via che dall’esterno porta all’interno. Nel punto più interno della spirale il bambino trova la luce dalla quale accende la propria candela.
Quando la spirale è completamente illuminata possiamo notare chiaramente due immagini. La prima è quella del bambino che deve percorrere la via verso l’interno della spirale per accendere la propria luce; può essere la rappresentazione della ricerca della propria interiorità. Può essere l’immagine della via dell’individualizzazione del singolo uomo.

Ciò che si percepisce inoltre è che ogni bambino mette a disposizione della comunità la sua propria luce, inserendola nella spirale. Con questo gesto abbiamo l’immagine di socializzazione. Inizialmente vediamo un percorso individuale che poi mette a disposizione dell’intera comunità e questa è la seconda immagine che si può cogliere guardando la spirale d’avvento.
Come nella corona d’avvento, anche qui ritroviamo il verde dell’abete. In questo verde possiamo ritrovare l’immagine delle forze portatrici di vita e ritrovare un collegamento con l’albero di Natale.
Interessante è anche la luce che sta inserita nelle mele. Se noi accendiamo la candela nascono luce e calore per il fatto che la fiamma consuma materia. Luce e calore non hanno solo un aspetto materiale ma anche interiore.
Molto spesso si dice che una persona “emana calore” oppure che è “s’infiamma per un’idea”. Ci sono anche altre espressioni come per esempio “idea luminosa” oppure “ha avuto un’illuminazione”.
Se noi consideriamo l’elemento del calore nel suo aspetto interiore, pensiamo volentieri alle forze del cuore; quando vogliamo parlare di illuminazione pensiamo alle qualità del pensiero. Così come la fiamma consuma materia e da questa sprigiona luce e calore, noi consumiamo cellule cerebrali per sprigionare i nostri pensieri. Da qui possiamo vedere come il linguaggio spesso associa la luce con il pensiero.
Sarà un po’ come cominciare insieme un percorso verso il Natale, che può essere vissuto da noi adulti, se lo vogliamo, in modo cosciente.